Ceroli: “Consiglio a tutti di cantare, anche solo per se stessi”

Ceroli: "Consiglio a tutti di cantare, anche solo per se stessi", ecco cosa ha raccontato il cantautore in merito all'uscita del suo EP Matilda.

Dal 29 gennaio 2020 è in tutti i digital store “Matilda”, il primo EP del cantautore indie-pop CEROLI, per la nuovissima label Biscottificio Records / edizioni Metatron Publishing srl. Il singolo estratto dal progetto solista dell’ex-batterista del Management è la traccia “Matilda”, disponibile
nelle radio dallo scorso 13 febbraio.

Vuoi parlarci dell’Ep “Matilda”? Qual è il filo conduttore?

L’ep “Matilda” comprende tre brani e il filo conduttore tra di loro è la figura femminile. Il primo brano “Matilda” racconta la storia di una persona importantissima per me: la ragazza con cui sono stato per 12 anni. La seconda canzone “Come fare l’amore con te” l’ho scritta nel periodo in cui ho conosciuto la mia attuale ragazza, e c’è molta fragilità e incertezza. La terza canzone “Poi in un bar” ha qualcosa di psichedelico nei suoni, nell’arrangiamento e anche nel testo; è una sorta di collage di immagini varie e suoni che hanno trovato la propria disposizione per magia… è come se io non avessi fatto niente: ero in sala prove con Jimmy e l’abbiamo suonata.

Quali sono gli artisti che hanno influenzato la tua crescita musicale?

Ho ascoltato tantissima musica da piccolo. Tutti i dischi di mio padre. Se penso a quanta musica ascoltavo da piccolo mi viene il mal di testa! Sono andato in overdose di rock ’60/’70! Poi amo Tenco, Modugno, Battisti, Lou Reed, Neil Young! Nina Simone e John Lennon sono i più grandi in assoluto. Tra i vivi adoro Damon Albarn! Attualmente ascolto poca musica. Mi distraggo troppo. James Brown!

Stai per laurearti in Musicoterapia: come mai hai deciso di intraprendere questa strada?

Mi sono approcciato alla musicoterapia per caso, e sono felice di questo incontro. Mi ha fatto scoprire degli aspetti della musica e della psicologia che prima ignoravo. In particolare il concetto di musica come relazione e canale di comunicazione. Abbiamo troppa fiducia nelle parole e dimentichiamo troppo facilmente la nostra natura. 

Prima in una band, ora la strada solista: come mai questa scelta?

Ho iniziato a scrivere canzoni nel 2007, e condividevo questa passione con amici musicisti, ma poi hanno preso tutti strade diverse dalla musica e così ho continuato da solo. Per fortuna ci sono state persone (Luca e Marco del Management, Domenico dei Voina, Tiziano, Vicky, Giulia …) che mi hanno incoraggiato ad intraprendere questo percorso cantautoriale. Ero convinto che non sarei mai riuscito a salire su un palco senza una band, e invece… Detto questo, il mio percorso con il Management è stata una bellissima parentesi. Non sono un batterista. Sono un malato di musica.

In questo periodo di crisi la musica può salvare? Se sì, come?

“Chi non ama l’arte non ama la vita”… se non sbaglio lo disse Fellini. L’arte salva chiunque la ami! Attualmente passo le giornate nel mio studio casalingo. Sto lavorando al mio nuovo disco e prima delle 3.30 non vado a dormire. In questo senso la musica mi sta aiutando molto in questo periodo. Consiglio a tutti di cantare, anche una sola canzone al giorno, anche solo per se stessi. Non c’è bisogno di un pubblico per fare arte.