Gionata: “L’America nasce in un periodo in cui volevo lasciare la musica”

Ex Violacida, a febbraio 2018 Gionata entra in studio per lavorare al suo primo disco solista, con la produzione artistica di Jesse Germanò (John Canoe) al Jedi Sound Studio di Roma. Le sue canzoni parlano di amori, litigi, serate e malinconia il tutto con un tocco di disincanto tipico della sua terra d’origine.

Le emozioni si vivono, si vedono e si ascoltano: la musica di Gionata ne è la prova. È stato pubblicato L’America, il disco che segna l’esordio del giovane cantautore toscano, in bilico tra leggerezza e nostalgia. Una vecchia foto d’infanzia che racchiude tutto un universo: l’amore, la sintonia e un sorriso con il quale affrontare il futuro.

Come nasce L’America e com’è avvenuta la scelta dei brani da inserire?
L’America nasce un po’ per caso, un po’ per necessità. In un periodo in cui volevo lasciare la musica e suonare solo per me, ho maturato la mia sensibilità artistica ed è tornata in me la voglia di rimettermi in gioco, stavolta con un progetto solista. Non ho mai voluto fare un concept album ma, col tempo, notavo che c’era un sentimento comune in alcune canzoni che avevo scritto, quelle che poi ho raccolto e inserito nel mio esordio.

Com’è avvenuta la collaborazione con Phonarchia Dischi?
Ho conosciuto Saiara al Tutto Molto Bello a Bologna del 2018. Quando gli ho proposto il mio disco, tornando a casa in treno, mi ha subito risposto mostrando interesse. Mi è piaciuto l’entusiasmo e abbiamo iniziato quasi subito a lavorare insieme. Mi ha presentato Francesca di Siddarta Press che cura anche il management e poi è arrivato Antonio di Orchidea. È stato un processo naturale e la famiglia si è allargata fino a formare una bella squadra. Siamo tutti molto contenti di come sta andando.

Dai Violacida alla strada solista: come mai questa scelta?
Dopo l’uscita de “La Migliore Età” (Maciste Dischi), le cose andavano un po’ male, non eravamo riusciti a farci notare come volevamo ed eravamo un po’ tutti giù di morale. Come detto prima, ho iniziato a scrivere canzoni senza pensare di pubblicarle e quando mi sono ritrovato ad averne un po’, ho riconosciuto un sentimento particolare che avrebbe trovato la propria forza in un progetto mio. Ho scelto di curare tutto in prima persona, dalla musica ai video, alla copertina, cosa che non avrei potuto fare in una dimensione da band. Ovviamente sono tutt’ora legato ai miei ex compagni e l’esperienza con i violacida mi ha dato molto.

Pregi e difetti di vivere in una band e pregi e difetti della carriera solista?
Avere una band è bello perché ti senti in una famiglia, è maggiore la condivisione quando crei e vi supportate a vicenda, sia psicologicamente che economicamente; il difetto può essere la difficoltà nel trovare persone che la pensano allo stesso modo, che ci mettono lo stesso interesse. In un progetto solista è più semplice perché hai più potere decisionale, ma allo stesso tempo devi riuscire a sconfiggere i dubbi da solo e cavartela, affidandoti solo a te stesso.

Nei prossimi mesi dove ti vedremo?
Ho annunciato un po’ di date qualche giorno fa, ma il calendario è sempre in aggiornamento, quindi consiglio di seguirmi sui social. Intanto, ci vediamo qui:

  • 01.11 Cluricaun, Caserta (CE)
  • 11.11 Spazio211, Torino (TO)
  • 16.11 Arci Camalli, Imperia (IM)
  • 17.11 Famosini, Torino (TO)
  • 6.12 Satyricon Live Music Club, Alatri (FR)
  • 7.12 Pierrot Le Fou, Roma (RM)
  • 13.12 Culture Club @ Rock’n’Roll Milano (MI)

Date in aggiornamento

PH. Ufficio Stampa / Sara Rinaldi