Ilaria Porceddu presenta “Sette cose”: intervista a Radio Godot

Venerdì 9 giugno 2017 Ilaria Porceddu è stata ospite della rubrica #Bellacanzone su Radio Godot (condotta da Andrea Febo e Luca Latini) con il brano Sette cose

Come mai Sette cose è la tua Bellacanzone?
Perché è la prima che ho fatto uscire dall’album Di questo parlo io. È proprio il fulcro e lo rappresenta al meglio. Ne vado molto orgogliosa. La canzone rappresenta me nell’amore, nella psicologia. Ci sono i sette difetti che ammetto alla persona che se ne sta andando. Quando inizi ad ammetterli fai anche un passo avanti nella crescita.

E qual è uno dei tuoi difetti?
A parte quelli elencati nel brano, c’è la testardaggine che è un difetto, ma allo stesso tempo anche un pregio. Può essere un’arma vincente del mio carattere, mi può aiutare, ma allo stesso tempo è un bel peso da portare.

Cos’altro vuoi dirci di questo album?
Arriva dopo quattro anni di silenzio che mi sono serviti per ritrovarmi ricostruirmi. Ho lottato tanto per far uscire questo disco, come succede spesso in questo momento storico per la discografia ed anche in altri lavori. Alla fine è uscito e sono contenta perché mi rappresenta completamente. Sono io sono soddisfatta, senza filtri.

Ci sono grandi differenze rispetto ai lavori precedenti?
In realtà no, semplicemente c’è stata l’evoluzione della persona, per il resto sono sempre io. C’è stata una crescita, com’è naturale che sia. Crescendo sono maturata e sono riuscita a trovare la libertà di donna che speravo di trovare anni fa e di cui prima mi privavo. Sono sempre stata io, ma in questo album un po’ di più.

E quanto sei cambiata da X Factor?
A X Factor ero una cucciola. Artisticamente sono cresciuta tanto, sono andata a cercarmi, ho iniziato a scrivere.

Com’è nata la collaborazione con Francesco Gazzè?
Ho iniziato a lavorare con lui tre anni fa, si è innamorato del mio progetto artistico e ha deciso di supportarmi e tenermi per mano. È una persona meravigliosa, uno degli autori più bravi. Mi sento fortunata ad aver lavorato con lui. Clemente Ferrari si è occupato degli arrangiamenti e per gli archi i Gnu Quartet.

Torneresti al Festival di Sanremo dopo l’esperienza nel 2013?
Beh, certo. Chi non lo farebbe? Per chi come me non ha una grande major alle spalle è perfetto per fare promozione.