Viola Nocenzi: “Tema fondante dell’intero album e l’amore”

Viola Nocenzi: "Tema fondante dell'intero album e l'amore", ecco cosa ha dichiarato l'artista in un'intervista a Bellacanzone.

Viola è il suggestivo secondo singolo estratto dal disco di esordio di Viola Nocenzi (pubblicato lo scorso dicembre su etichetta Santeria e distribuito da Audioglobe).

Cantante e compositrice figlia d’arte, Viola Nocenzi è una rivelazione nel panorama musicale attuale, e il suo primo lavoro una delle migliori novità italiane del 2020. Personalità fuori dagli schemi, autentica e molto comunicativa, grazie ad un lavoro coraggioso e interessante, ha ricevuto l’apprezzamento del pubblico e della critica italiana e internazionale, sia per le doti compositive e vocali della sua autrice che per la produzione di Gianni Nocenzi, genio riconosciuto del sound design. Viola è riuscita a convincere sia come artista che come persona.

Com’è avvenuto il processo di scrittura del brano Viola?

Il brano Viola è stato composto in un momento particolarmente ispirato della mia vita. Dove un senso di libertà e di speranza nei confronti del nuovo e del possibile si manifestava con molta forza! È stato come bere un bicchiere d’acqua le note  uscite di getto, il testo subito a seguire. Collaborazione quella con lo scrittore Alessio Pracanica negli anni duratura ed efficace. Abbiamo senza dubbio scritto sotto ispirazione, guidati da un cielo viola che al momento non era d’autunno ma lo sarebbe diventato presto.

Com’è nata l’idea del videoclip?

Volevamo attraverso il videoclip celebrare la bellezza. Tema fondante dell’intero album e l’amore. Quale brano migliore per girare un videoclip con questa ispirazione se non Viola? È un brano che parla d’amore ma che parla anche della scoperta della nostra parte più bella attraverso di esso. La scelta della location, dei vestiti e di ogni singolo dettaglio è stata diretta verso l’obiettivo di rendere coesa questa necessità che ha la nostra Italia di levarsi in un grido di speranza e di bellezza unendo le forze.

Sei praticamente cresciuta nella musica: ma ricordi le prime canzoni che hai ascoltato e cantato?

Senza dubbio sono le composizioni al pianoforte di mio padre. Volendo esulare da questo contesto, che comunque mi  accompagna da tutta la vita, ricordo che a 3 anni non ascoltavo nient’altro che Michael Jackson seguito dal Bolero di Ravel…..la mia miscela magica ed eclettica. E amavo appassionatamente le canzoni popolari che mi cantava mia nonna e mia madre.

Come vedi il futuro della musica dal vivo in Italia?

Io credo fortemente nel vivere l’attimo senza creare proiezioni nel futuro, è un tentativo che mi prefiggo da tutta la vita. In questo momento penso che ci si debba adattare, cercare di attraversare il mare in tempesta con le armi che si posseggono. Nel frattempo spero vivamente che la situazione sociale, medico-sanitaria possa permettere di nuovo e presto quella meraviglia che è la possibilità, attraverso gli spettacoli dal vivo, che abbiamo di mescolare autori e pubblico in infinite reinterpretazioni della musica.

Dove ti vedremo nei prossimi mesi?

Mi potrete vedere e cercare tra le pieghe di questo album, nelle parole nascoste e in quelle dette. Nelle note scritte e in quelle arrangiate. Nei video girati e in quelli che spero arriveranno. Nelle interviste e ovviamente su tutti i social.