Nico Battaglia: "'Io canto ancora' è il mio grido di vittoria", ecco cosa ha dichiarato l'artista in un'intervista a Bellacanzone.
La “Contemporary Christian Music” si presenta al mondo intero agli inizi degli anni ?70 quando ad esempio artisti del calibro di Cliff Richard pubblicarono brani come “Why Should the Devil have all the good music”.
Da quel momento in tutto il mondo sono nate delle vere e proprie icone di musica cristiana contemporanea, come gli australiani Hillsong e gli americani Chris Tomlin e Michael W. Smith il quale ha venduto più di 13 milioni di album, conquistato 14 dischi d’oro e 5 di platino, 40 Dove Awards, un American Music Award e 3 Grammy Award.
In Italia questo movimento sta crescendo e radicandosi sempre più velocemente trovando tra i suoi massimi rappresentanti il cantautore pugliese, classe ’80, Nico Battaglia.
Qual è il filo conduttore di Io canto ancora?
“Io canto ancora” è il titolo di una mia canzone e del mio nuovo album, ma è anche il mio grido di vittoria. Nel 2018 ho affrontato una dura lotta contro un tumore alla lingua. Ho dovuto subire un importante intervento chirurgico e affrontare un lungo periodo tra terapie e percorso di riabilitazione. Oltre a reagire ad una patologia così tremenda ho dovuto reagire anche alla possibilità concreta che il mio percorso artistico fosse arrivato al termine. La mia fede in Dio mi ha aiutato ad affrontare con speranza il futuro. Il percorso è stato molto difficile ma a distanza di due anni posso dire di essere guarito e di aver ripreso il mio percorso musicale, seppure con delle piccole limitazioni fisiche, ma arricchito da un messaggio ancora più forte da condividere. Scienza e fede nella mia vita hanno camminato insieme e il miracolo che ho vissuto mi ha portato a realizzare con più chiarezza quanto preziosa sia la vita che il Signore ci ha donato. Mi avevano detto che non avrei più potuto cantare, ma oggi posso dire che “io canto ancora”. Quando ho scritto questa canzona stavo ancora facendo un percorso di logopedia, ma ho scritto con la fiducia che un giorno avrei potuto cantare queste parole. Questa fiducia è fondata su Gesù, il motivo del mio canto. Ho fatto mie le parole di un autore vissuto diversi secoli fa che ha scritto: Perché ti abbatti, anima mia, perché gemi dentro di me? Spera in DIO, perché io lo celebrerò ancora; egli è la mia salvezza e il mio DIO (Salmo 42:11).
Come sei riuscito a superare questo momento così difficile per la tua vita?
È difficile descrivere ciò che si prova quando ti ritrovi a doverti confrontare con la parola “tumore”. Io ho avuto la sensazione che improvvisamente il tempo si fosse fermato non riuscendo più a distinguere passato presente e futuro. Credo che non si è mai pronti a ricevere notizie di questo tipo, ma quando arrivano abbiamo sempre due scelte davanti: farci schiacciare dalla paura, oppure reagire e affrontare la malattia con fiducia e speranza. Io, da uomo di fede, ho deciso di affrontare questo difficile percorso con Dio, oltre che con mia moglie e la mia famiglia. Camminare con Dio per me significa tenere vivo un rapporto di comunione costante fatto di momenti di preghiera, di silenzi, di fiducia. Credere in Dio significa non solo credere nella sua esistenza, ma soprattutto credere che Egli è vicino e che dona, a tutti coloro che si fidano di Lui, la forza necessaria per affrontare ogni difficoltà e l’aiuto per superarla.
Come ti sei avvicinato invece alla Contemporary Christian Music?
Sin da bambino frequentavo una piccola chiesa cristiana evangelica caratterizzata da un clima molto gioioso e da numerosi momenti di musica e canto. Il mio incontro con la musica cristiana inizia proprio così. Successivamente nella mia adolescenza ho iniziato a studiare musica e a suonare la chitarra acustica e cantare durante questi incontri in chiesa. L’interesse per il linguaggio musicale unito al mio percorso di fede è sempre cresciuto fino al punto tale da intraprendere un percorso professionale ed artistico iniziato nel 2000 e reso ufficiale con l’uscita del mio primo album nel 2003. Ho sempre ascoltato musica cristiana di CCM, in particolare di autori statunitensi.
Come vedi il futuro della musica dal vivo in Italia?
Credo che la musica sia come l’acqua. L’acqua ha la capacità di intrufolarsi in ogni piccolo spiraglio, va ovunque, arriva in ogni luogo. Fino a quando rimarranno degli spiragli aperti la musica continuerà a fluire e a raggiungere cuori assetati di bellezza. Questo 2020 lo ricorderemo come un anno difficile caratterizzato da numerose limitazioni, dai teatri chiusi, ai “live” in streaming, ai musicisti che pur di suonare hanno deciso di trasformare i balconi delle loro abitazioni in piccoli palchi di condivisione. È difficile riuscire a cogliere con chiarezza il futuro della musica dal vivo, ma sono certo che l’acqua non può essere fermata e che arriverà presto il tempo nel quale rivivremo tutti con un nuovo entusiasmo la bellezza di stare insieme per ascoltare e fare musica. Certamente le limitazioni ci hanno permesso di esplorare nuove strategie di condivisione, in particolare attraverso il web, ma credo che la musica tornerà presto ad abbracciarci esattamente come torneremo ad abbracciare le persone intorno a noi.
-Dove ti vedremo nei prossimi mesi?
Non ho ancora dei programmi bene definiti per il prossimo anno, ma spero tanto di poter riprendere il progetto di promozione del nuovo album attraverso concerti dal vivo in diverse zone d’Italia.