Chiarablue: “Dedico le mie parole a chi è meravigliosamente indifeso”

Un viaggio musicale, composto da dieci tappe, per riscoprire se stessa e ritrovare le proprie origini.

Questo è “Indifesi” il primo album di inediti di Chiarablue, edito da Warner Chappel Music e prodotto da El Rubio Group. L’artista, grazie all’intensità delle sue parole e la ricerca dei suoni, con questo lavoro è riuscita ad entrare tra gli album finalisti della Targa Tenco 2021 come “Miglior Opera Prima”.

Bellacanzone ha intervistato Chiarablue per parlare di musica, scrittura, collaborazioni e “cuori vivi“.

“Indifesi” è il titolo del tuo ultimo lavoro. A chi vuoi rivolgerti con questi 10 brani?

A tutte le persone che sentono profondamente le proprie emozioni, a coloro che attraverso di esse hanno imparato a leggersi e a capirsi, a chi ha deciso di accorciare le distanze, fisiche e non, dall’altro.

A chi vuole mostrarsi, nella propria interezza, senza paura, per accogliere la vita appieno, facendosi trovare meravigliosamente indifeso.

Tema dominante di quest’album è la riscoperta delle tue origini, partendo suoni del Mediterraneo, del Centro e Sud-America. Cosa ti lega a questa cultura musicale?

Sono culture che sento profondamente, che sanno dialogare con il mio cuore da sempre. Il loro modo di intendere l’esistenza, la visceralità dei sentimenti, il modo di esprimerli e viverli ha sempre fatto risuonare qualcosa in me.

La mia famiglia ha una storia di emigrazione oltreoceano, comune a tante altre famiglie italiane, per questo motivo, a casa mia, la parola Brasile ad esempio, volteggiava nell’aria, insieme ai racconti su questa terra magica e misteriosa. La Spagna, il Messico, l’Argentina, Cuba sono arrivate dopo, col tempo, con la passione e la ricerca.

Il Brasile viene evocato anche nel duetto con la cantante Paula Morelembau in “Dinossauros”. Come è nata questa collaborazione?

Questa collaborazione ha una storia lunga e importante. Nel 2019 partecipando al Premio Bianca d’Aponte, ho vinto una produzione artistica di un brano curata da Ferruccio Spinetti. L’idea era quella di realizzare una nuova versione di Dinosauri, un brano che emozionava molto entrambi.

Ci piaceva l’idea di poter “riscrivere” questo brano e così il pensiero di un adattamento in lingua portoghese ci ha subito entusiasmati. Per realizzarlo abbiamo coinvolto Max de Tomassi, personalità fondamentale nella stesura di rapporti tra Italia e Brasile che ha subito pensato a Paula Morelenbaum.

Artista splendida, con una grazia e sensibilità davvero speciali che mi ha fatto il grande onore di incidere con me Dinossauros.

La scrittura in tutte le sue sfumature è parte integrante della tua vita. Quando hai sentito l’esigenza di voler trasmettere le tue emozioni attraverso le parole?

Per me le parole sono un mezzo potentissimo, capace di arrivare fino agli strati profondi della coscienza umana, facendola vibrare emotivamente e dandole i mezzi per evolversi. Ecco perché le parole vanno usate con saggezza, scelte con cura e pronunciate con intelligenza. Ho sempre sentito fossero il mezzo giusto per raccontare tutto quello che si muoveva e che si muove nella mia anima.

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C’è qualcosa o qualcuno da cui trai maggiormente ispirazione per i tuoi testi?

Leggo molte poesie ma soprattutto ascolto musica. Ho sempre dato molta attenzione alle parole delle canzoni che ascoltavo, resto ancora affascinata da testi magici come “Cara” di Lucio Dalla o “Il bacio sulla bocca” di Fossati, dalla loro capacità di scegliere parole che diventano indispensabili e insostituibili.

Su Instagram nelle note biografiche hai scritto “Cerco cuori vivi su questa terra”. Come procede la ricerca?

Ne ho trovati tanti da quando la mia musica ha iniziato a camminare nel mondo. Sono cuori vivi e meravigliosamente sensibili. Sono molto fortunata, chi mi segue mi dimostra sempre che “sente” con il cuore, con l’anima e la mente.