Registrato a Boston, “No More Pain” è un concept album di Giulia Malaspina legato alla tematica del viaggio. Il disco è un unione di melodie classiche, armonie jazz e groove latini con un’anima italiana, nel quale convivono diversi stati d’animo come la solitudine, la gioia, la paura e lo stupore. La produzione è di Mariella Restuccia e Massimo Muti per Musitalia.
No More Pain è il disco d’esordio della pianista e cantautrice jazz Giulia Malaspina, disponibile in tutti i negozi tradizionali, sulle piattaforme streaming e in digital download. Domenica 26 maggio l’artista è stata in concerto al Blue Note di Milano per presentare alcuni brani estratti dall’album, unitamente a quelli del suo repertorio.
Sul palco del Blue Note, Giulia è stata accompagnata dai musicisti Luca Meneghello (chitarre), Maxx Furian (batteria), Roberta Brighi (basso) e Jossy Botte (sax e clarinetto). Ospite d’eccezione l’artista Fabio Giacalone, che ha sostituito il cantante e direttore dello York College Jonathan Quash assente per motivi di salute.
Vuoi parlarci del tuo album “No More Pain”?
“No More Pain” è un disco molto autobiografico, quindi c’è qualcosa di me in ogni melodia e in ogni armonia. Ho cercato di parlare di tutte le fasi della vita in generale, ma è pur sempre una mia visione soggettiva, e fa riferimento ad eventi che mi sono accaduti. La tematica principale è il viaggio, un viaggio che io ho iniziato a Boston quando ho frequentato il Berklee College Of Music. Da lì, il mio viaggio musicale ha proseguito con base a New York ma continuando a portare la mia musica e questo album in altre città degli Stati Uniti come Seattle, Chicago, Los Angeles e Washington. Il titolo vuole spiegare in poche parole il mio pensiero: vivi questa vita senza soffrire più, cercando di inseguire i tuoi sogni. C’è un messaggio positivo in ogni nota.
Quanto è importante per te il viaggio nella creazione dei tuoi brani?
Il viaggio è una componente importante nella creazione dei miei brani ma in particolare di questo disco, visto che tutto l’album ruota intorno a questa tematica. Penso sia molto importante conoscere il mondo in cui viviamo per avere anche una diversa prospettiva di quello che si scrive.
Il viaggio più bello e più brutto?
Il viaggio più bello è quello che si fa con il migliore compagno di viaggio che si riesce ad avere: noi stessi. Il mio viaggio più bello è stato quello che mi ha portata al Berklee College Of Music dove ho iniziato il mio percorso musicale. È durato 4 anni tra alti e bassi ma dal quale ho imparato tanto.
Il disco è stato presentato al Blue Note: com’è andata?
È andata benissimo! Il concerto è stato magico, appena sono entrata al Blue Note ho sentito quella stupenda atmosfera che mi ha accompagnata per tutto il concerto. Inoltre, appena ho saputo che la data aveva registrato il sold out, ho fatto un bel salto di gioia! Sentire la presenza di così tante persone non ha fatto altro che farci suonare meglio!
Hai studiato e lavorato anche all’estero: quali differenze trovi rispetto all’Italia nel modo di fare arte?
Le differenze sono tante ma l’arte è uguale in qualunque parte del mondo ci si trova. È importante capire il motivo per cui una persona decide di fare arte e non penso ci siano enormi differenze. È ovvio che in alcuni Paesi è più facile raggiungere certi obiettivi, io per esempio ho avuto molta più facilità a farmi conoscere in America che qui a casa mia, ma questo dipende dal sistema e non da me.