Marta Fabrizi: “Numero Uno è il primo brano che ho scritto in italiano”

Marta Fabrizi: "Numero Uno è il primo brano che ho scritto in italiano", l'intervista esclusiva su Bellacanzone.

Marta Fabrizi, cantante e musicista ternana, per la prima volta nelle vesti di cantautrice, pubblica in anteprima il video di “Numero Uno”, frutto della vittoria nel corso della prima edizione di Musicaffamata, il premio musicale under 30 organizzato dal Mishima di Terni nel 2019.

In quell’occasione, Marta aveva ottenuto il primo premio, che prevedeva la registrazione di un EP, di un video e la realizzazione di un piccolo tour promozionale. A causa del Covid, i tempi di uscita hanno subito un brusco rallentamento, “ma ci sembrava necessario presentare questo lavoro di Marta al pubblico” dice Emiliano Angelelli, ideatore di Musicaffamata e proprietario del Mishima “visto il grande impegno organizzativo che avevamo profuso, e inoltre per dare il giusto riconoscimento a una delle giovani musiciste più dotate della nostra città”.

  1. Com’è iniziato il tuo percorso artistico?

La prima volta su un palcoscenico avevo appena un mese e mezzo: mia madre dirige un gruppo teatrale per ragazzi dalla fine degli anni Ottanta per cui sono sempre stata immersa nell’arte fin da giovanissima. A sette anni ho iniziato a studiare pianoforte, a quattordici canto e chitarra e dopo poco ho deciso che sarebbe stata la mia strada. Finito il liceo ho iniziato a frequentare il Saint Louis  College of Music di Roma, poi il Conservatorio di Frosinone dove mi sono laureata in Canto Pop e dove ancora frequento il Biennio Magistrale. È qui che ho iniziato a sperimentarmi nella scrittura di canzoni. 

  1. Quali artisti hanno influenzato maggiormente il tuo stile?

I miei ascolti nel corso degli anni sono cambiati molto: dal Britpop, al Grunge, l’elettronica ma credo che la Black Music insieme ai cantautori italiani in particolare Pino Daniele, Niccolò Fabi e Max Gazzè siano le due cose che influenzano di più la musica e i testi dei miei pezzi.

  1. Vuoi parlarci del brano “Numero Uno”? Quale messaggio vuoi comunicare con il nuovo singolo?

Numero Uno è il primo brano che ho scritto in italiano: parla di me, o meglio, di una parte di me. Di una femminilità che vuole essere fiera, indipendente e allo stesso tempo in sintonia con l’altr*.

  1. Il singolo è accompagnato dal video ufficiale. Dove è stato girato? Ci racconti un aneddoto, qualcosa di particolarmente curioso che è successo durante la produzione del video?

Il video è stato girato all’interno del Mishima, il noto locale ternano che ha promosso il contest Musicaffamata e ha prodotto insieme al Sinusoide Studio di Marco Testa la produzione del mio primo EP.

Il video è stato girato alla fine dell’estate, eravamo tutti in astinenza da live! Ci siamo trovati finalmente tutti insieme con gli strumenti sul palco e chiaramente tra un ciak e l’altro partiva la jam: vedere il regista ed Emiliano (Angelelli proprietario del Mishima) che tentavano di tenerci buoni come dei bambini l’ultimo giorno di scuola è stato esilarante! Questo e le magnum lanciate in camera!

  1. Secondo te la musica può salvare le persone in un momento difficile come quello che stiamo vivendo?

Credo fermamente che la musica sia la forma d’arte più potente da questo punto di vista. Una canzone può farti dimenticare una brutta giornata e commuovere perché fa tornare a galla delle sensazioni rimaste assopite. La musica è vibrazione e non solo l’ascolto, ma soprattutto il canto può fare veramente la differenza: cantare fa vibrare l’anima. 

  1. Stai già lavorando a nuovi brani da proporre in futuro? Vuoi darci qualche anticipazione?

Durante il primo lockdown ho scritto molto: è stato un momento intenso, di grande cambiamento. Ho utilizzato la scrittura per fare chiarezza e riversare su carta la me di quel momento. Sono molto più intime rispetto a Numero Uno e gli altri pezzi dell’Ep. Alcune ho avuto modo di provarle insieme ai musicisti e hanno preso forma, altre sono ancora in cantiere, anzi, in brutta copia. Spero diventino in progetto vero e proprio, ma non mi metto fretta!