Paolo Simoni: “Anima è il mio lavoro più importante” (Video)

Paolo Simoni: "Anima è il mio lavoro più importante" (Video).

È uscito “ANIMA”, il nuovo album di inediti del cantautore PAOLO SIMONI, disponibile in formato cd, in digitale e in vinile (edizione limitata, 180 grammi bianco).

Vuoi parlarci di Anima?

“Anima” è il mio lavoro più importante. È un album libero, fuori dalle convenzioni e dai canoni discografici del momento. È un invito ad un ascolto più attento e un tentativo di comunicazione intima con l’ascoltatore. Le canzoni sono messe al centro, protagoniste della scena. Nel sistema della musica “liquida”, per me oramai diventata “gassosa”, è un atto di resistenza e di amore. È un contenitore di canzoni suonate e cantate in totale sincerità, senza orpelli, sovrastrutture o effetti speciali. Ho registrato le tracce in totale autonomia, senza ansie o scadenze precise. Mi sono rinchiuso per un mese dentro ad un teatro e sino a quando non ho portato le canzoni ad un livello interpretativo convincente le ho buttate senza interventi di editaggio o di taglia e cuci. Microfoni valvolari ronzanti, banco NEVE anni 70’ e il computer messo all’angolo che ha solo partecipato come registratore. Percuotendo il pianoforte ho ricavato dei suoni come la cassa di una batteria e altri ingredienti percussivi. È un disco in bianco e nero, smussato negli angoli da un blu cobalto. Ho agito per sottrazione, imponendomi di lavorare con pochi elementi. Togliere è la cosa più complicata che esista. 

Come nasce la collaborazione con Roberto Vecchioni?

L’ho corteggiato e inseguito a lungo. Volevo cantare con lui. Mi ha invitato a Milano nella giornata più calda dell’ultimo decennio italiano. La macchina segnava quarantatrè gradi. Fumavamo il sigaro entrambi ed io gli leggevo dei passi sui dei libri che avevo sottolineato. Grondavo di sudore ma dentro splendevo. Mi ha proposto di aprire i suoi concerti nei teatri italiani. All’ultima data mi ha detto: ci vediamo a Milano; canto nel tuo disco. 

In passato hai partecipato al Festival di Sanremo: cosa pensi di tutte le polemiche degli ultimi giorni sul Festival?

Beh, Sanremo vive di polemiche, lustrini e chiacchiere. In questo caso però c’è un problema importante. Il sistema della musica è bloccato e preferire il Festival, escludendo tutti gli altri teatri e settori della musica, provoca giusta indignazione e rabbia. È una situazione kafkiana. Mi metto però anche nei panni degli artisti e delle maestranze che dovranno affrontare quel palco e quella settimana con tutte le restrizioni del caso. Da un lato c’è la voglia di ripartire ma i tempi sono ancora ostili. 

Come vedi il futuro della musica dal vivo in Italia e nel resto del mondo?

Patentino sanitario obbligatorio, tamponi e controlli prima dei concerti. Se non ce li hai, resti fuori. Non escludo una Netflix per la musica, in realtà aumentata. 

Dove ti vedremo/ascolteremo nei prossimi mesi?

E chi lo sa? Questa pandemia ha stravolto le previsioni e la possibilità di fare concerti. Ma non mi sono fatto abbattere. Nel mio studio ho realizzato una specie di web tv con pianoforte e microfoni. Per ora comunico e canto da qui, poi si vedrà.