Simone Paladini: “Luce di plastica è il primo brano che ho composto al pianoforte”

Simone Paladini: "Luce di plastica è il primo brano che ho composto al pianoforte", ecco cosa ha dichiarato a Bellacanzone.

Esce in radio e su tutte le piattaforme streaming “Luce di Plastica” (Paladini Dischi), il nuovo singolo di Simone Paladini. Il cantautore romano classe ’94, ex membro del duo Influenze Negative, si affaccia così al panorama musicale con un brano riflessivo e intenso che ha scritto durante il primo lockdown, quando si è ritrovato improvvisamente bloccato ad affrontare sé stesso.

Nasce così “Luce di plastica” che esprime il desiderio dell’artista di tornare a godere della luce naturale, contrapposta a quella artificiale, di plastica appunto, che in quel momento illuminava le grigie giornate di chiusura dovute alla pandemia. Anche nel videoclip, online sempre dal 3 novembre, diretto dallo stesso Paladini e girato da Alessandro Boggi e Alessandro Viola a Civitavecchia, emerge questo contrasto: nelle scene di apertura e chiusura l’artista, infatti, si trova in spiaggia di fronte al mare sconfinato, l’elemento naturale che più esprime il concetto di libertà; nella parte centrale in cui suona con un abito elegante un pianoforte a coda, è avvolto da luci di “plastica” che rappresentano invece una sensazione di oppressione e costrizione.

Vuoi parlarci di Luce di Plastica?

È un brano a cui sono veramente affezionato, essendo il primo che ho composto personalmente al pianoforte. Nasce durante il primo lockdown: durante quelle giornate sono stato giorno e notte seduto davanti la tastiera in camera suonando. Stanco di vivere quella situazione, sognavo una spiaggia deserta in una notte estiva dove le preoccupazioni svaniscono e si torna a vivere una spensieratezza ormai così lontana dal nostro vocabolario.

Come nasce l’idea del videoclip?

Durante la quarantena avevo questa luce in camera sempre accesa. Mi ero stancato di questa luce artificiale (di plastica), così nel sogno inizio ad immaginare una spiaggia deserta nel quale dovrebbe esserci solo la luce bianca della luna piena, ma vengo avvolto da faretti, luci led e strobo… Neanche nel sogno riesco a staccarmi completamente dalla realtà.

Uscirà anche un album? Vuoi darci qualche anticipazioni su testi e sonorità?

Vorrei evitare di “etichettare” la mia musica, scrivo quello che sento, un giorno potrei sentirmi punk ed un altro romantico. Sicuramente l’influenza più grande per me attualmente è il cantautorato italiano.

Come ti trovi a lavorare da solista dopo l’esperienza in duo?

È difficile ripartire da zero, sicuramente ho molte più responsabilità, ma avere il pieno controllo su tutto quello che faccio mi da un grande senso di libertà espressiva.

Dove ti vedremo nei prossimi mesi?

Sicuramente su qualche piccolo palco a suonare le nuove canzoni, anche inedite perché no.