Stefania Bonomi: “La musica è il filo rosso del mio libro”

A sette anni dal suo primo successo editoriale arriva "Il pentagramma dell'anima", il secondo romanzo della giornalista milanese Stefania Bonomi, acquistabile online in formato cartaceo e ebook o, su richiesta, in tutte le librerie. Ecco cosa ha raccontato in un'intervista a Bellacanzone a pochi giorni dalla presentazione a Roma.

“Il pentagramma dell’anima” è il nuovo romanzo della giornalista milanese Stefania Bonomi.

Nella scrittura di questo secondo lavoro, la scrittrice ha scelto una doppia narrazione, nella creazione di una storia i cui spunti di riflessione, nel corso dello svolgimento della trama, sono davvero tanti e particolari. I quattro protagonisti che si “incontrano” nel romanzo vivono in luoghi differenti: due su questo pianeta (Maria Sole e Lucas Prandi) e due in una dimensione energetica e spirituale dove si arriva una volta terminato il percorso terreno (Leonardo Alfieri e Amanda).

Vuoi parlarci de Il Pentagramma dell’Anima? Qual è stata l’ispirazione per scrivere questo libro?
L’ispirazione mi è venuta l’11 agosto del 2016. La notte di San Lorenzo. Osservando un cielo magnificamente stellato ho desiderato che due anime nel mondo fossero destinate a incontrarsi. Ma per far si che questo potesse accadere doveva intervenire una forza suprema, qualcosa che arrivasse da un’altra dimensione. In modo naturale ho iniziato a parlare di questa dimensione energetica dove, una volta abbandonato il corpo, la nostra anima avrebbe continuato a vivere con la missione primaria di aiutare spiritualmente persone tra noi bisognose di ritrovare l’amore per se stessi e per gli altri.

Come mai questo titolo?
Maria Sole e Lucas Prandi (protagonisti terreni) e Leonardo Alfieri ed Amanda (protagonisti passati dall’altra parte) hanno tutti e quattro una passione comune, quella per la musica. Per essere ancora più precisa, hanno scritto nell’anima lo stesso pentagramma. Sarà proprio la musica che riuscirà, attraverso il suo canale emozionale, a farli incontrare per intraprendere insieme uno stesso percorso.

Vuoi parlarci della tua amicizia con Giorgio Faletti? 
Ho conosciuto Giorgio nel 1998 all’Isola d’Elba in un periodo di crisi professionale e personale della sua vita. Abbiamo stretto una profonda amicizia fatta di dialoghi prolungati fino a tarda notte, di aneddoti personali, di risate, di scambi di punti di vista, ma soprattutto di musica. Ho curato infatti la promozione del suo album “Non Sense”, standogli vicina anche nei momenti in cui il pubblico lo stava dimenticando e il mondo discografico non lo apprezzava quanto invece lui avesse voluto. Giorgio era un uomo di profondi sentimenti, simpatico, accattivante, determinato e geniale. Con quel sorriso beffardo e la battuta pronta, anche nei momenti più difficili, mi faceva capire che amava profondamente la vita e che quando la notte diventa buia c’è sempre un’alba pronta a risorgere. E questo è ciò che è accaduto nella sua vita: un successo letterario strepitoso che lo ha portato ad essere ancor più amato e stimato dal suo pubblico

Il tuo primo romanzo è stato Perché ti ho messo al mondo: in che modo ti sei approcciata alla scrittura del primo libro e in che modo al secondo? 
Al primo romanzo “Perché ti ho messo al mondo”, scritto nel 2012 mi sono approcciata con una tematica autobiografica relativa alla paternità. Avevo la necessità di raccontare delle cose e l’ho fatto, sempre in modo narrativo. Il secondo è stato la conseguenza di un percorso emozionale e spirituale che stava lentamente facendosi strada dentro di me. Nulla di autobiografico ma una storia d’amore dove sentivo la necessità di esprimere tutte le mie emozioni. Soprattutto quelle legate alle musica che è il canale emozionalmente più potente in grado di risvegliare tutti i migliori sentimenti dell’anima. Mi sono lasciata trasportare dalla storia che prendeva forma giorno dopo giorno. Una caratteristica di questo romanzo è proprio la forma narrativa. Leonardo Alfieri, ispirato a Giorgio Faletti, narra in prima persona, raccontando nei particolari la dimensione in cui si trova, mentre Maria Sole e Lucas Prandi sono narrati in terza persona. Il lettore passa quindi da un mondo terreno in alcune parti anche molto cruento e doloroso, ad un mondo astrale dove la beatitudine avvolge la totalità dei pensieri e delle azioni.

Il 29 giugno presenterai il romanzo a Roma…
Sarò ospite del programma tv web Classic Drive Art. Farò una lettura di una parte del romanzo e risponderò alle domande del relatore giornalista Pier Paolo Oberdan. Poi mi dedicherò al firma copie del pubblico presente in sala.

Stai già lavorando ad un nuovo libro?
L’idea di scrivere IL PENTAGRAMMA DELL’ANIMA DUE si sta concretizzando nella mia mente. Per ora, visto l’interesse suscitato da questo primo mi sto dedicando a lui in esclusiva. La prossima estate sicuramente mi rimetterò a scrivere.