Ahymé Festival 2021: l’intervista a Giovanni Amighetti

Ahymé Festival 2021: l'intervista a Giovanni Amighetti, coordinatore musicale della manifestazione in esclusiva per Bellacanzone.

AHYMÉ è il festival interculturale dell’integrazione dedicato alla cultura e alla musica internazionale che si terrà il 24 settembre e l’1, 2, 6, 20 e 21 ottobre al Museo d’Arte Cinese ed Etnografico di PARMA.

Giunto alla sua terza edizione, Ahymé è un festival di condivisione in cui la musica ha un ruolo fondamentale in quanto ha la capacità di essere uno strumento di dialogo tra i popoli, una forma d’espressione che unisce diverse culture. Un momento di incontro fra persone con differenti tradizioni e costumi al fine di sensibilizzare e promuovere l’inclusione sociale e la convivenza civile.

Terza edizione di Ahymé: cosa ci sarà di diverso rispetto alle prime due?

La prima edizione di Ahymé Festival nel 2019 era dedicata all’Africa, con Ray Lema e diversi artisti di primo piano del continente.

Nel 2020, invece, anche causa la situazione Covid, dopo qualche spettacolo annullato e un concerto di Gabin Dabiré, ci siamo focalizzati su musicisti presenti in Italia, come Franco Mussida, Daniele Durante della Taranta, Moreno Conficconi e Fiorenzo Tassinari degli Extraliscio.

In questo 2021 torniamo ad una scelta internazionale più ampia, con artisti da Ukraina, Burkina Faso, Costa d’Avorio, Israele, USA, Germania ed Inghilterra.

Com’è avvenuta la scelta del cast artistico?

L’idea era quella di tornare ad un cast internazionale ma allo stesso tempo con formazioni piccole che potessero funzionare all’interno di un museo, in questo caso il Museo d’Arte Cinese ed Etnografico di Parma.

Quindi abbiamo cercato il meglio in questo senso, con artisti che dessero il meglio di sé da soli, in duo o massimo in trio.

Direi che da Vladimir Denissenkov a Petit Solo Djabate, da Proudence a Justin Adams con Mauro Durante, da Omer Klein ai Genesis Piano Project siamo riusciti in questo intento.

Inoltre diversi artisti vengono a presentare nuovi album in uscita proprio nel periodo del festival. Sia play@esagono con Petit Solo e Luca Nobis, sia lo Still Moving di Adams e Durante, che i nuovi album di Omer Klein e Genesis Piano Project.

Anche quest’anno è un periodo difficile a causa del Covid: come vi state comportando in questo senso?

Riusciamo a tenere situazioni che possano funzionare sia con i distanziamenti e capienza ridotta, sia come costi produttivi, con focus sulla qualità più che sui grandi eventi.

È un modo più che altro per stare a galla in attesa di tempi migliori.

Come vedete il futuro degli spettacoli dal vivo in Italia e non solo?

I nostri tour internazionali da due anni sono stati messi in pausa, speriamo che la prossima estate sia la volta buona per ripartire. Nello specifico in Italia, invece, la garanzia vaccinale dovrebbe essere un modo per poter far ripartire con le programmazioni su basi solide. È molto difficile dover improvvisare questo lavoro in base ad andamenti esterni e costi inattesi.